sabato 30 agosto 2014

Vuoto

Nero è l'animo umano

e dentro di sé ha il vuoto.

Per quanto ci si affanni 

perseverando nel piacer vano delle illusioni,

nero è l'animo umano

e dentro di sé ha il vuoto.

Nonostante ci si ostini a farcirlo di significati

o anche solo a coprirlo con vesti sgargianti,

nero resta l'animo umano

e dentro di sé ha il vuoto.

Mi chiedo allora come si possa, 

anche solo per un istante, 

pensare di poterne eludere l'oblio

se nemmeno la luce 

può sfuggire ai buchi neri.




 Richard Serra - Out-of-round X








lunedì 16 giugno 2014

Ossa

Quel giorno decisi consapevolmente di addentrarmi nella miniera dei ricordi.

Avanzavo con andatura dinoccolata,

tra le gallerie abbandonate e in parte crollate,

sparute lanterne dalla luce fioca

facevano brillare i quarzi lungo le pareti.

Quelli che sembravano essere i miei scheletri

giacevano in strane pose,

Le ossa bianche e lucenti

a mettere in scena i fallimenti di una vita,

come in una bizzarra via crucis.

Una goccia assordante e inesorabile

a turbare quel che restava del mio equilibrio.

Mi accasciai allora su un letto di calcare

senza più la forza di risalire

e da quel letto oggi vi scrivo.




Zdzisław Beksiński - Painting

domenica 8 giugno 2014

Ninfa

Ti vidi una sera d'estate

nuotare in acque limpide,

leggera e chiara come spuma di mare.

Scivolavi silenziosa sotto la superficie

ingannando quel che restava del sole,

per poi confonderti nel turchese

senza lasciar traccia.




Julio Larraz - Painting

venerdì 6 giugno 2014

Silenzio

Ho sempre temuto il silenzio più di ogni altra cosa,

nella sua forma più pura e inequivocabile.

Una stanza vuota dalle pareti chiare

dove l'esistenza non può che rivelarsi in tutte le sue contraddizioni.

Perciò 

di volta in volta 

mi sono premurato di coprirlo,

il silenzio,

con le risate della gente,

 la musica

o il canto degli uccelli,

e adesso tu mi chiedi come mai sto qui con te...


Per poterlo riempire col tuo respiro.




Edward Hopper - Excursion Into Philosophy



venerdì 30 maggio 2014

Ambra

Passavamo il nostro tempo sdraiati sull'erba

all'ombra di un grande albero.

Avevamo imparato a non pensare al futuro,

a non fare progetti,

ad apprezzare ogni singolo istante di serenità,

così come si può apprezzare una leggera brezza estiva alle tre del pomeriggio.

A distanza di anni,

quando il cielo è terso,

mi capita ancora di recarmi in quel luogo

e sdraiato sotto le fronde rassicuranti

rivedo i momenti passati assieme

cristallizzati nell'ambra.






giovedì 29 maggio 2014

Il Santuario

Non appena venuti al mondo ci venne assegnata una destinazione
e negli anni successivi fummo addestrati a raggiungerla nel modo più efficiente possibile.
Non ci misi molto tuttavia, a rendermi conto
di come tutto ciò fosse profondamente sbagliato.
A dire il vero, 
sin da quando l'aria fresca mi si posò per la prima volta sulla pelle umida,
fui pervaso da una voglia impressionante di smarrirmi
e mi impegnai tutta la vita nel farlo.
Così imparai ad apprezzare i terreni sconnessi,
le vie tortuose che si inerpicavano fra le montagne,
i sentieri poco battuti, 
che proprio per questo
avevano ancora tanto da insegnare.
I tagli che avevo sulla braccia e sulle gambe
altro non erano che doni votivi fatti alla vita.
I versi notturni di strani animali
mi cullavano dolcemente 
come ninne nanne materne
e ogni notte salutavo la luna
e ogni giorno ringraziavo il sole.
Benedicevo ogni buca, ogni pozzanghera, 
salita o pendio, 
arsura o umidità 
e mi nutrivo di ogni passo,
e quando il passo affondava pesante
era per me più denso di significato.
Vi lascio immaginare il mio stupore quando, 
dopo molti anni di girovagare,
mi imbattei per puro caso in quella famosa destinazione.
Colto dal panico quasi d'istinto pensai di voltarmi e smarrirmi nuovamente
lasciandomi alle spalle quella visione spettrale,
ma all'improvviso tutti i sentieri, i fiumi e le montagne avevano perso ogni significato.
Passai tre notti accampato su di una collina, osservando da lontano le bianche mura di quel complesso.
Non avevo scelta, 
quella stessa forza che mi aveva spinto a fuggire 
adesso mi attirava in maniera irresistibile verso il mio destino.
Le costruzioni erano fatte di una pietra così bianca e lucente 
che i miei occhi ci misero un po' ad adattarsi.
Il santuario era abbandonato a sé stesso 
e il silenzio era rotto solamente dal rumore dell'acqua che scorreva attraverso canali artificiali.
La vegetazione era sì rigogliosa,
ma si sviluppava in modo ordinato e innaturale,
tranne che per qualche edera coraggiosa che tentava di prendere possesso delle mura.
Non so dire se mi sentissi triste o sollevato mentre mi dirigevo verso la grande sala al centro del santuario.
Quello che vidi quel giorno, tuttavia, non riuscirò mai a dimenticarlo.
Innumerevoli corpi di uomini, incredibilmente ben conservati, giacevano in sarcofagi di cristallo.
Non una ruga gli solcava il viso, 
mentre le mani bianche e prive di calli stavano giunte al petto. 
La loro espressione era incredibilmente serena 
e mi parve quasi di scorgere un sorriso su quei volti eterei.
Contrariamente a ciò che avevo sempre pensato tuttavia,
non provai né pena né rabbia per i miei fratelli.
Accesi quindi un piccolo fuoco,
vi feci bruciare delle essenze profumate
e dopo aver recitato alcune preghiere 
mi allontanai sereno,
senza fare più ritorno.





Zdzisław Beksiński - Painting


giovedì 22 maggio 2014

Piuma

Mi giaceva accanto,
così immobile
e solenne 
che pareva prendersi gioco del tempo.

Riuscivo a malapena a percepire
il punto esatto nel quale
il candore delle lenzuola
cedeva il posto alla pelle marmorea,

mentre le labbra 
color ciliegia 
le fiorivano in volto,
come isole vulcaniche emerse durante la notte.

Ogni fibra del mio essere 
era protratta verso di lei
e di lei si nutriva.

Tentai invano di dilatare quell'istante,
consapevole più che mai
che fino a quando non avesse riaperto gli occhi
sarebbe stata mia
e mia soltanto.





Jakub Schikaneder - Drowned